esperienze immersive
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sono invisibile
educazione
Le esperienze immersive hanno un potenziale educativo ricchissimo. Attraverso un coinvolgimento personale, i bambini e i ragazzi sono stimolati attraverso tutti i sensi e la partecipazione ludica ad un mondo immaginario e fantastico. Le sperimentazioni internazionali e nazionali hanno dimostrato che le esperienze immersive possono essere un incentivo essenziale alla lettura, alla scrittura, allo sviluppo di capacità logiche e narrative, alle capacità relazionali e di collaborazione in gruppo. Dando un contesto e una motivazione precisi, gli alunni sono stimolati a mettere in pratica quanto hanno imparato per interagire con l’esperienza o per condividerla con altri.
L’ospite
Un’avventura immersiva
Uno strano personaggio compare nella scuola e racconta di aver bisogno dell’aiuto dei bambini. Un varco dimensionale lo ha trasportato, insieme a parte del suo mondo, nella scuola. I bambini visiteranno il luogo del varco e dovranno aiutarlo a ricostruire cosa esattamente sia successo e come tornare a casa. L'ospite insegnerà ai bambini alcune strane usanze del suo mondo, dove le parole vengono coltivate. Un’avventura immersiva dove i protagonisti sono i bambini.
Un progetto pensato per le classi 3a e 4a della scuola primaria, "L'ospite" si integra all'interno della quotidianità scolastica come uno spazio "fantastico".
Il percorso si apre curando i processi di ascolto, comprensione, stimolando la discussione, l’investigazione e la logica.
Successivamente, si arricchisce con l’esplorazione sensoriale, la ricerca attiva di informazioni e lo svolgimento di compiti in piccoli gruppi, nell’ottica del learning-by-doing.
Con lo svolgersi dell’esperienza, si approfondiscono le capacità di lettura e di scrittura, individualmente e attraverso il cooperative learning; il problem solving e le competenze verbali.
Alla fine dell’esperienza, gli alunni sono guidati nella composizione di resoconti, attraverso media differenti (artistici, digitali, linguistici), sviluppando la competenza narrativa.
Ogni tappa dell’esperienza è costruita in un’ottica inclusiva e di piena integrazione di alunni con necessità educative specifiche (BES, DSA, alunni con cittadinanza non italiana, alunni disabili).
Creamondi
laboratorio di propedeutica alla regia
(Ass. Cult. Controchiave, Via Libetta, 1/a, Roma)
riservato a ragazzi di 8-12 anni, cadenza settimanale.
a cura di Riccardo Brunetti, Silvia Ferrante, Sandra Albanese, Anna Maria Avella, Costanza Amoruso
Il primo corso in Italia di propedeutica alla regia (teatrale e cinematografica) per bambini e ragazzi consistente nell'introduzione di alcuni concetti base della narrazione e della messa in scena attraverso il gioco e le esperienze immersive. Alla fine del percorso si giungerà ad una creazione di brevi opere originali fatte di parole, immagini, azioni, installazioni pensate dai piccoli, ma realizzate in grande. Il corso è reso possibile dall’ausilio scenografico, illuminotecnico, acustico e attoriale di Project xx1.
Raccontare storie è alla base delle massime espressioni del teatro, del cinema, della letteratura. Ma creare mondi, atmosfere e dinamiche è anche alla base del gioco che fanno tutti i bambini. Il passaggio dalla condizione di gioco a quella della narrazione è data da nozioni e pratiche che finora sono state appannaggio di scuole di regia, di scrittura, di drammaturgia.
Oggi, grazie agli strumenti e ai processi coinvolgenti del teatro immersivo, possiamo creare un percorso che porti fluidamente i bambini e i ragazzi dalla pratica del gioco allo sviluppo diretto delle capacità di narrazione, attraverso un processo esperienziale che tocchi tutti gli elementi rilevanti per creare una piccola opera d’arte. Un’équipe di esperti metteranno al servizio dei bambini e dei ragazzi le loro capacità per aiutarli ad arrivare alla loro prima vera creazione: giocando a fare sul serio.
Il corso si articola in una serie di moduli basati su esperienze immersive - incontri dove si esploreranno attivamente i vari elementi di una creazione scenica:
Raccontare una storia
Far crescere un’idea: lo sviluppo
Assumere un ruolo
Illuminare: svelare con la luce
Abitare e vestire lo spazio
Esplorare il ritmo
Musica e atmosfera
Conflitto, risoluzione, tensione e rilassamento
Fissare una struttura: scrivere e leggere
Modificare una struttura: correggere
Dirigere
Il museo delle cose perdute (2019)
di Anna Maria Avella e Paola Caprioli
Spettacolo interattivo finale del percorso laboratoriale annuale con gli alunni dell'Istituto Compresivo “Tullio de Mauro”
Nel bel mezzo del quartiere Colli Aniene, area prolifica di oggetti abbandonati, perduti o dimenticati, sorge questo museo singolare. Ogni martedì alle 17.00 in punto il famoso archeologo Franz Trier compie il suo lavoro portando decine e decine di reperti al proprietario dello stabile Signor Been, che per gestire il museo si avvale della collaborazione dell'esperta guida Raul e del custode visionario Tovazzi. È martedì, i visitatori non mancano ma qualcosa non va come dovrebbe.
Grafica :Roberta Avella e Emiliano Trimarco
Si ringrazia Simone Petrucci, ideatore e conduttore del progetto "Sinapsi" (2015-2018), laboratorio annuale a cadenza settimanale per gli alunni delle classi terze, quarte e quinte elementari dell'Istituto Comprensivo "Tullio De Mauro" per lo sviluppo della creatività e autorialità attraverso lo strumento teatrale.